CARMINE SICURO CON SOCIALITA' E CONDIVISIONE, NON CON DIVIETI ED
ESCLUSIONE!
Ancora una volta il quartiere del Carmine torna a essere al centro del
dibattito cittadino.
A seguito dell'incontro del Comitato per l'ordine e la sicurezza
pubblica in Prefettura, è stata annunciata la nuova norma "antimovida"
nel quartiere: il divieto di vendita di alcolici - da asporto - esteso a
tutte le vie del rione, dalle 18 alle 6 del mattino, e la chiusura
anticipata di alcuni prescelti esercizi commerciali dalle 20.
Nonostante siano stati diffusi i dati relativi al calo complessivo di
reati in città, la giunta democratica di Del Bono decide di sanzionare
nuovamente il Carmine.
Nonostante continui a essere terreno di contesa tra una giunta comunale
e l'altra, nel vano tentativo di cambiarne il volto e l'essenza, il
Carmine è riuscito a mantenere la sua forza di luogo d'aggregazione, di
relazione sociale, di attraversamento cittadino, di creazione e
trasformazione dal basso.
Ancora una volta, invece, in nome di una sicurezza fittizia (le strade
sono più sicure quando più vive e frequentate), si vuole contenere e
soffocare la vita della città e di chi la vive.
In uno degli ultimi luoghi estranei alle retoriche della Brescia
vetrina, completamente svuotata di vitalità sociale e priva di luoghi
d'aggregazione salvo essere imbellettata per i "grandi eventi",
l'amministrazione comunale chiude gli spazi pubblici e ne ordina il
coprifuoco. Nella retorica antidegrado, sceglie quindi il pugno di ferro
invece che portare la riflessione ai soggetti in causa.
Ancora una volta si vuole spostare l'attenzione dai reali problemi e
dalle trasformazioni della città cui stiamo assistendo, per tornare a
criminalizzare e colpevolizzare i soggetti che vivono e intervengono
realmente per lo sviluppo di questo luogo.
Vogliono costringere al coprifuoco chi il fine settimana vorrebbe godere
del proprio tempo, fuori dagli orari del lavoro precario e dalla
settimana di corse tra lavori in nero e l'incertezza di arrivare a fine
mese. Vogliono penalizzare i negozianti (in particolare, come al solito
e senza nulla da invidiare alla vecchia giunta destro-leghista, quelli
di origine migrante) che con i loro esercizi commerciali riescono a
malapena a pagare affitti e mantenere le proprie famiglie. Vogliono
imporre divieti e chiudere spazi in nome di una ultra-abusata retorica
che non coglie la complessità del quartiere, le esigenze e i bisogni di
chi lo vive e attraversa (che deve poter scegliere tra prendere da bere
nei locali oppure nei più economici negozi), ma che vuole controllare ed
escludere.
Contro una città vetrina chiusa, per una città solidale, aperta e
libera: trasgrediamo il coprifuoco, viviamo il quartiere!
CSA MAGAZZINO 47