Citrus Punch
Vento del NEWROZ
Bollettino della delegazione di osservatori del Capodanno Kurdo, numero 1
19 marzo 2002
È stata concesso l’autorizzazione per i festeggiamento del Newroz a Amed, Adana, Van, Hakkari, Bingol, Kiziltepe, Istanbul,
È stata negata i festeggiamenti del Newroz a Silopi, Mersin…
Breve Notizia dall’AG di Mesopotamia (MHA)
Si sta avvicinando il Newroz, ma in Kurdistan i festeggiamenti sono già iniziati da una settimana. I kurdi festeggiano non solo di notte, ma anche di giorno. Ad AMED mentre il grande giorno si sta avvicinando i giovani hanno incominciato le celebrazioni, di notte accendono i fuochi nei vari quartieri, ballano, cantano e urlano slogan che esprimono la loro voglia di libertà e soprattutto chiedono la libertà del Presidente Ocalan. La polizia in questi giorni prendeva i copertoni delle auto per bloccare i fuochi, senza riuscirci ed ora ha emesso una multa per chi li accende.Il popolo si sta preparando per il grande giorno. ma non aspetta e in ogni quartiere di Diyarbakir centinaia di donne e di giovani stanno già festeggiando. Amed è piena di delegazioni di italiani, tedeschi, francesi, svizzeri ecc. composte da giuristi, rappresentanti di associazioni della società civile, studenti, medici, ecc.
A BATMAN nei vari quartieri i giovani, le donne e i bambini hanno incominciato i festeggiamenti accendendo i fuochi e ballando intorno ad essi. Hanno organizzato anche una manifestazione e hanno urlato slogan per la libertà e per la pace, la polizia ha caricato la folla arrestando diverse persone tra cui alcuni bambini che sono stati anche picchiati. Mentre il corteo sfilava, dalle finestre la gente ha manifestato solidarietà e insieme hanno salutato il Presidente Ocalan. Le persone presenti hanno criticato anche la politica che sta portando avanti il partito di Tansu Ciller (DYP) e cioè il persistere della pena di morte all’interno della Costituzione turca. Oggi è stata fatta l’apertura per i festeggiamenti del Barman con una mostra culturale preparata dalle Sezione donne del HADEP.
A Siirt - KURTALAN i festeggiamenti sono iniziati da 10 giorni, ieri in alcuni quartieri sono stati accesi fuochi e si è ballato e cantato. E’ stata anche organizzata una manifestazione da parte dell’organizzazione dei giovani della repubblica democratica, la polizia ha caricato i manifestanti. Anche a BITLIS si sono accesi i primi fuochi.
A DOGUBEYAZIT ieri 500 persone hanno iniziato i festeggiamenti. Sono pronti alla grande giornata.
Ad ADANA la polizia ha usato sui manifestanti i lacrimogeni. Una persona è stata fermata dalla polizia. Ad Adana, Izmir ed Istanbul le donne e i bambini hanno incominciato i festeggiamenti ballando e cantando in kurdo , hanno urlato slogan che chiedevano la pace e la fratellanza tra i popoli, e hanno salutato il Presidente Ocalan.
A MERSIN, non sono stati autorizzati i festeggiamenti. Il prefetto locale non ha dato il permesso alla richiesta dell’iniziativa popolare democratica di Mersin che ha dichiarato che non è legittimo vietare i festeggiamenti del Newroz.
A ISTANBUL stanbul ieri sera centinaia di giovani hanno acceso un fuoco fuoco. Durante il ballo intorno al fuoco, la polizia ha attaccato ha portato via 35 persone, poi ha rilasciato solo 10 giovani
Gruppo URFA
Accolta dai rappresentanti di HADEP, la delegazione Adana è arrivata ad Urfa il 17 marzo ed è stata inviata dal Partito a restare in città per la celebrazione del Newroz.
“ per i kurdi di Urfa è un importante segno di forza avere un gruppo di osservatori stranieri come ospiti” dice il presidente della federazione provinciale di HADEP Musa FARIZOGULLARI. “sarà utile quando chiederemo il riconoscimento dei nostri diritti”. Il concetto è stato ribadito dall’associazione Mazlum-der che si occupa di diritti umani e solidarietà per i popoli oppressi e che fa parte del Comitato promotore del Newroz. SEHMUS ULEK, responsabile della sede di Urfa, ha ricordato che anche qui 10 studenti kurdi saranno processati per una petizione a favore del diritto di studiare nella lingua madre.
Nella sede di Urfa di IHD (Associazione per i diritti umani delegazione ha incontrato il neoeletto presidente, signora Gulay KOCHA, che di nuovo sottolineato il significato della presenza di osservatori stranieri al Newroz, ricordando che a 3 giorni dalla celebrazione il prefetto non ha ancora concesso l’autorizzazione i festeggiamenti pubblici mentre la città è tappezzata di manifesti su un Newroz “Parallelo” spacciato dai Turchi come festa popolare, con l’obbiettivo di oscurare la partecipazione di massa dei kurdi, svuotare di significato politico, l’evento e distogliendo media dalla presenza di osservatori internazionali dall’incontro emersa la preoccupazione sul livello di consapevolezza dei cittadini riguardo i propri diritti, specialmente sulla condizione della donna. In quest’aria è ancora molto diffusa la pratica del delitto d’onore” dice la presidente “per di più, se IHD tenta di portare alla luce problemi sociali e politici, le sedi vengono chiuse e gli attivisti arrestati”
La giornata si è conclusa con due incontri al sindacato degli insegnanti e a quello dei lavoratori ospedalieri (medici e infermieri). Entrambi le sedi furono aperti 12 anni fa dopo 20 anni di dure battaglie. Questi lavoratori, in quanto impiegati pubblici, non hanno il diritto di scioperare né di iscriversi a un partito. Le sedi sono state più volte chiuse con motivazione pretestuose e i presidenti imprigionati. “ogni persona in questa sala ha almeno un procedimento penale in corso” dice Mehmet KUTLU, presidente del sindacato insegnanti, indicando una ventina di iscritti che ha assistito all’incontro.
Il sindacato sostiene la lotta per l’insegnamento alla lingua madre, non solo per i kurdi ma per tutte le minoranze. Un maestro ha ricordato la proprio esperienza da bambino quando, arrivato alle elementari sapendo solo il kurdo, si è trovato discriminato e con difficoltà scolastiche perché obbligato a studiare in turco. Oggi, maestro in una località araba, vede le stesse difficoltà nei suoi piccoli allievi, ma non può aiutarli perché la legge gli vieta di rivolgersi a loro in ua lingua diversa dal turco. La scuola in questa regione, discrimina anche le donne: le studentesse, cosiddette a interrompere gli studi dopo le elementari per ragioni socio-economiche; le insegnanti per l’assenza di leggi che tutelino la maternità (Le lavoratrici hanno diritto ad un solo mese di congedo), concetto ribadito anche dalle infermiere del sindacato dei lavoratori ospedalieri.
Gruppo DIYARBAKIR
Ci aggreghiamo al gruppo che incontra il presidente dei giovani dell'Hadep. Con lui, conosciamo due degli studenti sotto processo per aver promosso una petizione in favore dell'insegnamento della lingua kurda.
Per accusarli, la petizione è stata attribuita al PKK. Nel pomeriggio, incontriamo un rappresentante di Tohav, la fondazione degli avvocati che si occupano di diritti umani, in particolare delle persone incarcerate per reati d'opinione. Tohav ha sedi in varie città turche, fra cui Istanbul (sede centrale), ma non ha mai ottenuto l'autorizzazione per Diyarbakir. Tramite loro 550 persone si sono appellate alla Corte Europea dei Diritti dell'uomo. Ora è in uscita a Istanbul un loro libro sulle violazioni dei diritti umani.
Gruppo di BINGOL-MUS
Il distretto di Bingol non è più soggetto a legge speciale (OHAL) dal 2000, ma la situazione è peggiorata. La repressione è aumentata, nelle sedi dell’Hadep e IHD apprendiamo di irruzioni della polizia , arresti, torture, sparizioni.
Un anno fa un esponente di una associazione fu rapito dalle forze speciali, torturato e abbandonato in fin di vita in mezzo alla neve. Trovato e salvato dai soccorritori, gli è stato amputato il piede dx. Nessun provvedimento è stato preso nei confronti dei suoi torturatori nonostante egli avesse riconosciuto uno dei suoi sequestratori. Nei villaggi del distretto la morsa della polizia si fa sentire anche nella vita quotidiana: per fare la spesa occorre un visto, sulla lista non possono esserci diversi materiali. Una sorta di embargo viene applicato anche alla corrente elettrica e alla linea telefonica , che vengono spesso interrotte, come avviene sistematicamente nel villaggio di Yedisu.
18 marzo: Il processo contro esponenti di Hadep, IHD, Piattaforma democratica.
Un anno fa il 25 gennaio scomparvero, dopo essere stati convocati in gendarmeria, due dirigenti dell’Hadep di Silopi, nel Botan. Nota : fra i testimoni, un militare in congedo ha affermato di aver visto i due sequestrati, tenuti fra i soldati , in condizioni fisiche pietose, in una zona al confine con l’Irak.
All’anniversario , gennaio 2002, 150 persone si riuniscono nella sede dell’Hadep di Bingol. Viene annunciata una conferenza stampa che non è avvenuta. All’uscita dalla sede, le persone furono caricate ed inseguite dalla polizia, arrestate 72 persone, proposte 23 carcerazioni di cui 8 confermate: tutti dirigenti dell’Hadep e delle associazioni. Tra i fermati la responsabile femminile dell’Hadep, tenuta per 53 giorni in una cella maleodorante, con topi e scarafaggi, senza cibo, senza biancheria pulita, senza giornali, torturata come per es. tenuta con gli occhi bendati per giorni e poi, tolte le bende, esposta alla luce accecante di una lampada…
E’ stata otto volte in carcere , da che è responsabile Hadep, circa tre anni, anche per pochi giorni.
Al processo ci lasciano presenziare dopo averci tenuto fuori e dopo una trattativa con il funzionario di polizia che ci stava allontanando. Lo stesso funzionario era fra gli accusatori al processo…. E’ un tribunale ordinario, gli imputati devono rispondere di violazione della legge 2911: divieto di protesta di gruppo. La conferenza stampa era una protesta di gruppo. I giudici hanno deciso le scarcerazioni, su cauzione, ma non ha assolto nessuno degli imputati. La presenza degli osservatori ha sicuramente influenzato le decisioni dei giudici. Ma il processo continua e non ci sono garanzie che non si ritorni in carcere….
Newroz: A Bingol sono autorizzati i festeggiamenti, ma dovrà essere un Newroz non tradizionale: niente costumi, niente colori del Kurdistan, niente slogan kurdi…. e i discorsi ufficiali rigorosamente in turco. A Mus, dove si recherà una parte del nostro gruppo, non è stato nemmeno autorizzato, come in altre città del Kurdistan
Gruppo ISTANBUL /VAN
Il 16 marzo si sono tenuti tre costruttivi incontri operativi sui programmi di cooperazione italiana con il popolo kurdo. Progetti che vedono impegnate, da parte italiana, le associazioni di solidarietà con il popolo kurdo, ma anche altre associazioni della società civile, partiti, e, in particolare, enti locali; progetti che hanno come terreno privilegiato sia l’aiuto concreto alle vittime della repressione del regime turco (a cominciare dalla repressione carceraria), sia la cooperazione decentrata degli Enti locali /abbinata talvolta a rapporti di gemellaggio)
Goç-Der, associazione di aiuto ai profughi interni della Turchia, cioè ai milioni di Kurdi che hanno dovuto abbandonare i più di 4.000 villaggi distrutti o evacuati dal Regime. Ci siamo soffermati a lungo sulla ricerca compiuta dal Goç-Der sulla realtà dei profughi in Turchia: cioè la prima accurata e documentata ricerca sociale effettuata con lo strumento dell’inchiesta capillare e di vaste proporzioni: migliaia di nuclei familiari intervistati, e decine di migliaia di individui, sulla base di un questionario, e, poi, la rielaborazione scientifica dei dati raccolti, e, infine, l’analisi dei risultati in termini di studio del fenomeno e delle possibili vie per affrontarlo. Un lavoro lungo ed impegnativo che è giunto al termine e si appresta a dare i suoi frutti: la ricerca, ormai conclusa, avrà la sua prima presentazione pubblica in Turchia, a Istanbul, il 12 aprile 2002, anniversario della nascita del Goç Der, e poi, probabilmente entro il 2002 in Italia.
Tuad, associazione di aiuto alle vittime della repressione carceraria verso i detenuti politici e di opinione (prigionieri e familiari dei prigionieri). Abbiamo discusso anche in questa sede di progetti di collaborazione, in parte già avviati con l’affidamento a distanza dei familiari dei detenuti politici da parte del comitato “Verso il Kurdistan” di Alessandria e del Comitato di Firenze. Ci siamo anche dedicati a verificare la possibilità di migliorare il sostegno verso Diyarbakir, inceppato sa uno scambio assai più difficoltoso che quello con Istanbul: in un paese in cui telefonare vuol dire essere intercettati, e le sedi vengono regolarmente perquisite e frugate, e anche sulla comunicazione via e-mail incombe lo spettro made in USA di Echelon, non solo è ardua la comunicazione con le associazioni, ma anche dentro le associazioni è ardua la comunicazione tra centro e periferia.
IHD, associazione per i diritti umani: Di grande impatto emotivo è stato l’ incontro con la IHD di Van. I responsabili dell'Associazione ci hanno fornito dati inquietanti sulle violazioni dei diritti umani che ancora oggi si verificano in Turchia, e particolarmente nel Sud- Est. Nel solo mese di febbraio 2002 sono ancora migliaia gli arresti, ancora ben 6 omicidi politici, decine i torturati, ecc.
In mattinata del 18 marzo abbiamo incontrato l'Hadep: Ci è stata illustrata la situazione attuale nella città e in tutto il Sud- est. Gli sviluppi attuali presentano un miglioramento della situazione rispetto ai precedenti anni, ma molto ancora vi è da fare e da parte delle popolazioni kurde, non vi e alcuna aspettativa positiva verso l'attuale governo turco. Il partito va crescendo dentro la società, e questo viene visto come un fatto positivo anche dai circoli democratici turchi, sebbene questi ultimi non si siano dimostrati molto attivi. Viene riposta molta speranza per l'ingresso della Turchia in Europa. Abbiamo poi incontrato gli studenti ai quali abbiamo consegnato due lettere di solidarietà di due scuole medie superiori della provincia di Caserta, sottoscritte anche da professori e presidi e con il sostegno del provveditore agli studi di questa provincia. La lotta per l'insegnamento della madre lingua riveste importanza fondamentale e ci siamo impegnati a sostenerla con forza in Italia.
Abbiamo incontrato ancora il Van Baro, ossia l' Ordine degli avvocati di Van, con i quali abbiamo parlato degli sviluppi in senso democratico che si rendono necessari nello ordinamento giuridico e giudiziario turco.
P.S.Siamo costantemente seguiti dalla polizia in borghese in modo per niente discreto.
La delegazione si rende disponibile ad interviste e a fornire gli informazioni a tutti colori che ne sono interessati.
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Urfa; Francesca 0090.5363526360 Van; Carmine 3356045004 Bingol; Antonello 3357888310 Batman; Nadia 3294159514 Mus; Giuseppe 3281827190 Diyarbakir; Michele 3475207803 capodannokurdo(a)hotmail.com