Hanno liquidato la cara, vecchia
“liquidazione”, e l’hanno sostituita con il TFR = Trattamento di Fine Rapporto =
Trattamento di m****. Scusate,
volevo dire di cacca.
L’accordo stipulato tra il governo
Prodi(torio) e le cosiddette “parti sociali”, ossia i sindacati e
Se questo è il risultato della tanto osannata e agognata “concertazione”, allora è
meglio lo scontro di classe, la lotta dura (e senza paura), dato che con il
sistema concertativo siamo sempre noi lavoratori a
prenderlo in quel posto.
Ma va là,
non lamentarti come il solito! E chi si lagna? Io non
mi lagno, mi infurio e
basta!
Eppure, dando
uno sguardo in giro mi pare di non essere il solo ad indignarsi e
protestare.
A destra c’è chi grida e
rumoreggia contro un presunto “esproprio proletario” del TFR commesso contro i
“poveri padroni”, scippati e derubati dei NOSTRI soldi
accumulati durante lunghi decenni di duro lavoro. E
pretendono ancora di più: di farci lavorare fino a 70 anni!
Quando parlo di duro lavoro mi riferisco anzitutto a chi lavora in fabbrica per
otto ore al giorno, costretto ad
alienarsi diventando un automa (ricordate
il mitico Charlotte, cioè Charlie Chaplin nel film “Tempi moderni”? In fondo la vita in tante
fabbriche del mondo, specie del Terzo mondo, è ancora così, se non peggio). Mi
riferisco a chi suda in miniera, rischiando ogni giorno di morire sepolto
sottoterra (l’unica “consolazione” sarebbe quella di risparmiare le spese per la
tumulazione), a chi è rinchiuso in un arido ufficio per lunghe, interminabili
ore, immerso tra pratiche inutili e noiose da sbrigare, ma altresì a chi insegna
in una scuola, dentro una classe di 25 alunni scalmanati e svogliati, a chi
opera in un ospedale, assistendo e curando gli infermi, a chi deve pulire i
bagni, a chi altrove è condannato a sgobbare, travagliare, crepare, senza
nemmeno più la speranza o l’aspettativa di una
vecchiaia serena e decorosa.
Lavori usuranti o meno, i soldi
sono sempre i nostri! Purtroppo, sono un povero
ingenuo…
Miseri e tapini, questi
padroncini. Che pena mi fanno! E dire che si erano pure illusi!
E’ proprio così, questo accordo concertativo è una
“rapina” organizzata in piena regola contro le grandi e potenti imprese
neocapitaliste (ma chi ci crede?), tant’è vero che i
rappresentanti della Confindustria hanno approvato e
sottoscritto l’intesa. Sono stati davvero così
sciocchi?
Altrove, invece, cioè negli ambienti dell’estrema sinistra, al di fuori
dell’area filo-governativa, in quei settori che un tempo si definivano
“extraparlamentari” (che bei tempi quei tempi, benché all’epoca io fossi ancora
in fasce a vagire e poppare il latte materno) si urla e ci si indigna contro lo
scandalo dell’ennesimo “esproprio capitalistico” perpetrato ai danni di noi
“ricchi” lavoratori (dalle dichiarazioni fiscali rese note nell’ultimo anno
risulta che un umile maestro elementare guadagnerebbe più di un dentista
indigente, anzi nullatenente, o di un miserabile gioielliere: che bella
soddisfazione!).
La classe lavoratrice è stata
scippata anche del TFR, ossia dei preziosi e sudati risparmi accumulati durante
un’esistenza di fatiche, di stenti, rinunce e sacrifici.
Penso soprattutto ai milioni di operai, produttori e lavoratori salariati, a tutti quelli
che per anni svolgono lavori davvero usuranti e logoranti, e che alla fine della
loro “carriera” si trovano totalmente stressati, sfiniti fisicamente e
mentalmente, senza una pensione degna di tal nome, senza la liquidazione (ormai
liquidata e svenduta a tutti gli effetti), senza un reddito accettabile, magari
con un mutuo bancario ancora da saldare, con altri obblighi arretrati da
onorare, oppure con schiaccianti interessi da restituire agli usurai. Che bella prospettiva!
Tra la prima interpretazione
(“esproprio proletario” contro i padroni) e la seconda (“esproprio
capitalistico” contro la classe lavoratrice), io (chissà perché?) propendo per
la seconda versione. Ma che ci volete fare! Sarà forse
che sono di parte, essendo anch’io un lavoratore dipendente che versa
interamente le tasse al fisco. Ma che soddisfazione quando ho
appreso di guadagnare più di un dentista o di un gioielliere. Se lo sapesse la mia compagna, mi porterebbe immediatamente
in un negozio di Cartier a fare spese folli e
rovinose.
Sì, mi sento davvero rapinato,
umiliato, beffato, non una ma tre volte!
Prima di tutto mi è stato
sottratto il sacrosanto diritto ad andare in pensione ad un’età ancora decente,
in grado di godermi il meritato riposo, quantomeno
quando sarò ancora vivo, e non invece da morto, oppure da vecchio
decrepito e rimbambito.
Quindi sono stato privato della
possibilità di percepire una pensione decorosa, ossia un reddito tale da
rendermi autosufficiente nella cosiddetta “terza età”, e non ricevere
un’elemosina, costringendomi ad “integrare” la pensione dell’INPS con altri
fondi di varia matrice o natura (banche, assicurazioni, sindacati, INPS,
ecc., sono tutti in competizione per accaparrarsi i
ghiottissimi miliardi di euro del TFR estorti come ben sappiamo alle classi
lavoratrici).
Infine, sono stato derubato della
cosiddetta “liquidazione”, che mi viene letteralmente
estorta e prosciugata con l’accordo sulla “previdenza integrativa”: in pratica
il TFR diventa un “fondo perduto”, in tutti i sensi. Ma se io
lo perdo qualcun altro lo intercetta. Anzi, ne fa
incetta!
Tutto questo grazie a chi? Ma alla
“cara e buona” concertazione tra le “parti sociali”, tra cui dovrebbe esserci
(se non erro) anche quella parte che avrebbe dovuto rappresentare e tutelare i
miei interessi, ovvero gli interessi dei
lavoratori.
Se non si fosse
capito chiaramente, la parte a cui mi riferisco è il sindacato.
Amen!
Insomma, sono stato ingannato,
scippato, svenduto, schiaffeggiato, deriso, per almeno tre volte. Allora dico
addio al TFR! Addio alla pensione!
Ma mi
spetta almeno l’estrema unzione? Gratis… o devo pagare
ancora?
Ai posteri l’ardua sentenza… Al
governo Prodi(torio) e alle “parti sociali” (sembra un film con un cast di quelli eccezionali) va il mio più sentito e caloroso
ringraziamento.
TFR =
Ti Faccio un
Regalo!
Lucio
Garofalo