In Turchia i siti scioperano contro la censura
25/08/2008 16:18
Gli editori di siti in Turchia protestano contro la censura e chiudono i
propri giornali.Una manifestazione di protesta contro il Governo di
Ankara ritenuto responsabile di avere oscurato diversi siti, tra cui
YouTube.
Non c’è una posizione ufficiale da parte del governo turco.
Ufficialmente sono stati chiusi solo alcuni siti che contenevano
materiale offensivo o illegale. Ma va da sé che questa definizione si
presta a qualsiasi valutazione soggettiva. Il risultato è che negli
ultimi mesi, secondo diversi operatori del settore, le maglie del
controllo si sono strette, di pari passo con la discussione a livello
politico sul futuro del partito islamista e del modello culturale di
riferimento per il futuro del Paese.
In sostanza la rete starebbe facendo le spese di una lotta politica tra
chi vuole porre maglie più rigide alla rete e chi si oppone a qualsiasi
tipo di censura. Ma anche tra diversi atteggiamenti all’interno dei
movimenti laici.
Il fatto curioso è che nelle scorse settimane furono proprio le spinte
più laiche a imporre la censura su Youtube, colpevole di avere ospitato
filmati ritenuti offensivi nei confronti del padre laico della patria ,
Kemal Ataturk. Quindi una censura laica e non religiosa, che ha
innescato però un meccanismo di competizione sulla censura di opinione
di cui fanno le spese i navigatori, e la libertà
La decisione degli editori, oltre 300, di protestare oscurando il
proprio sito trova scarso risalto sulla stampa nazionale turca. Solo il
quotidiano Hurriyet gli dà rilievo. Ma nei blog, tra quelli ovviamente
attivi, la discussione ferve e su diversi siti si raccolgono firma per
protestare contro la progressiva censura.
In Turchia vi è un sistema di controllo dei contenuti, il cui compito è
quello di verificare che non siano accessibili testi, foto e filmati
vietati dalla legge. Ma la possibilità di bloccare siti è estesa
(S.D.)