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Da: nodo-bs-admin@liste.retelilliput.org per conto di CUCCHINI Roberto [roberto.cucchini@itglobalvalue.com] Inviato: venerdì 22 marzo 2002 14.16 A: 'Lilliput lista Brescia' Oggetto: [Nodo-BS] (no subject)
Questa è una risposta all'intervento di Amnon Rubinstein sulla "obiezione selettiva" dei soldati e ufficiali israeliani contro l'occupazione, comparso sul giornale Ha'aretz. Il signor Rubinstein è un membro del parlamento israeliano.
Tu, Amnon Rubinstein, professore e membro dello Knesset, tu che siedi nella tua torre d'avorio a Gerusalemme e a Tel-Aviv e conosci le lusinghe del potere da ormai 20'anni, tu che ti consideri moralmente superiore agli altri politici, quando è stata l'ultima volta che hai prestato servizio come soldato nei territori occupati? Dev'essere passato molto tempo, se mai lo hai fatto. Non fosse così, non avresti attaccato chi ha scelto di fare obiezione di coscienza contro l'occupazione. Traspare dall'orgoglio con cui definisci la "morale" e la "coscienza" che sei incapace di comprendere davvero che cosa hai chiesto ai soldati, inviandoli nei territori palestinesi nei passati vent'anni. Tu non hai mai visto un bambino urlare a pochi metri da te perché le sue ginocchia sono state frantumate da una pallottola; non sei mai stato ad un checkpoint a stabilire il destino; non sei mai stato presente quando soldati delle tue truppe, meno acculturati di te, hanno usato i coltelli per tagliare il volto dei bambini palestinesi; non hai mai schiaffeggiato le donne palestinesi in lacrime, perché le loro case sono state bruciate durante la notte, e non hai mai camminato con gli scarponi militari sulle teste degli uomini palestinesi sparsi a terra. In breve, non hai partecipato agli orrori dell'occupazione. Per te questa occupazione è virtuale. La conosci solamente attraverso le deliberazioni del comitato dello Knesset, attraverso le statistiche, i mass media, che, come indubbiamente puoi capire, non presentano mai la realtà, bensì creano una realtà alternativa. Hai familiarità con l'occupazione attraverso conversazioni disciplinate, nei quartieri settentrionali di Tel-Aviv. Sei segnato da una delle maggiori mancanze che un leader può avere: uno squilibrio tra la tua percezione della realtà e il modo in cui le cose stanno realmente. Un leader di tal fatta distrugge rapidamente la propria credibilità di giudizio. Finché sei stato membro dello Knesset e al governo negli ultimi 9 anni, noi soldati abbiamo servito l'esercito regolare e svolto il servizio di riservisti, portando avanti il lavoro sporco nei territori occupati. Tu eri l'uomo di stato, il leader, noi eravamo le pedine della tua scacchiera, quelli che eseguono gli ordini. Anno dopo anno abbiamo messo in pratica quello che ci veniva richiesto senza lamentarci, sigillando il nostro cuore e turandoci il naso per non sentire la puzza, l'orrore, combattendo, ognuno da solo, per ridurre i danni sulla nostra psiche, sui nostri fratelli, e sulle nostre famiglie. Un grande numero di nostri compagni si è rifiutato di continuare e di pagare questo prezzo, e ha trovato la propria strada fuori dai doveri militari accampando vari pretesti. Solo pochi di noi sono rimasti con fiducia; abbiamo continuato perché credevamo in te, Amnon Rubinstein, ed eravamo certi che mentre noi eravamo nei territori tu, il nostro pilota, avresti certamente trovato una strada per tirarci fuori di lì, per portarci verso la pace, per creare un paese in cui la vita non dovesse fare i conti con le ferite dell'anima. Hai avuto nove anni per educarci e per portarci fuori da questo deprecabile, necrofilo lavoro nei territori occupati. Sei fallito miseramente. Eppure, questo fallimento non ti ferma dal continuare a richiamarci (con un leggero tremolio nella voce) a continuare ad essere i tuoi uomini di fiducia. Non ti tormenta continuare a mandare i figli del tuo paese a commettere crimini di guerra? Sei sicuro di avere il tiolo per chiederci una cosa simile? Che cosa hai rinchiuso nel tuo zaino per offrirci di continuare ad annusare i corpi dei morti per altri nove anni, così da alimentarci delle tue giustificazioni? Sembri non capire che hai perso il tuo privilegio morale per guidarci oltre in questa faccenda, che hai perso la fiducia del tuo gregge, che hai delapidato la tua credibilità come leader ormai al suo limite. Ora che la nostra obbedienza non è più nelle tue mani o nelle mani dello stato, per la mancanza di responsabilità da parte tua e da parte dei tuoi compagni politici, sei costretto a cercare soluzioni diverse ai problemi. Questo è il compito di un leader. Se non ne ne sei capace, lascia che lo facciano altri più qualificati di te.
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