La corte d'appello dello
stato nigeriano di Sokoto ha assolto Safyia Husaini dal reato di adulterio
per il quale era stata condannata alla lapidazione. Ne dà conferma il
deputato forzista Dario Rivolta che ha ricevuto la notizia dal governatore
Zamfara. Il caso della donna era finito al centro di un movimento di
solidarietà internazionale che ha costretto il presidente Olusegun
Obasanjo a intervenire. In base alla rigida applicazione della legge
islamica, in vigore nel nord del Paese africano, Safyia era stata accusata
di adulterio e condannata a morte, anche se ha sempre sostenuto di essere
solo vittima di una vicenda che mescola stupro e intrighi amorosi. Il
suo crimine, l'avere avuto un bambino fuori del matrimonio, è considerato
dalla sharia un reato gravissimo. Se Safiya non fosse stata
precedentemente sposata avrebbe rischiato 100 frustate. «Plaudo
all'assoluzione di Safiya, per la quale in molti ci siamo lungamente
battuti. È solo la tappa di un cammino. Non dimentichiamo che i diritti
della persona umana e soprattutto della donna vanno costantemente difesi e
promossi». Così il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni,
ha commentato la decisione dei giudici nigeriani. Formigoni è stato
informato dell'epilogo della vicenda alle 12,05 direttamente da una
telefonata del governatore dello stato nigeriano di Zamfara, che aveva
ricevuto a Milano all'inizio di marzo e con il quale c'erano stati diversi
contatti sul caso di Safiya: già la scorsa settimana il governatore aveva
anticipato che si andava verso una favorevole soluzione. Nel corso
della telefonata, il governatore nigeriano ha detto al presidente lombardo
che c'è stata una critica al giudizio di primo grado su Safiya ritenuto
«superficiale» dai quattro giudici della Corte d'appello di Sokoto.
Dopo l'assoluzione di Safiya una seconda donna nigeriana è stata
condannata alla lapidazione per adulterio. Lo ha riferito una fonte
ufficiale.
|