La “democrazia turca” in azione.
_____________________________________ FlashBuletin, 3 aprile 2002
Quello che è successo al conducente di un minibus del distretto di Cinar a
Diyarbakir, soltanto perché aveva fatto suonare una cassetta kurda, è
sufficiente a far restare senza fiato. Sulhattin Onen era il conducente di un
minibus di Diyarbakir. Quando prese un militare in borghese come passeggero, la
sua ultima fermata è stata quella direttamente di fronte alla stazione di
polizia. Fu così accusato di separatismo per aver “fatto suonare una cassetta
kurda” durante il percorso di venti minuti. Quindi è stato aperto un caso giudiziario contro il Sig. Onen “per
aiuto e sostegno del PKK”. Il processo a Sulhattin Onen è durato un anno, il
Trinunale per la Sicurezza dello Stato di Diyarbakir ha tradotto la cassetta in
turco e determinato che la parola Kurdistan veniva cititata ripetutamente.
L’autista si difese dichiarando di aver acquistato la cassetta ad una festa di
matrimonio e che dovendosi occupare dei passeggeri e del pafamento dellla
tariffa di trasporto non ha certo fatto attenzione alle parole che venivano
pronunciate. La testimonianza dell’ufficiale al processo fu che durante i
trentatre chilometri di viaggio
l’autista ha lasciato ascoltare ai passaggeri numerose volte quella
cassetta. I giudici del Tribunale
epr la Sicurezza dello Stato i Sigg. Ethem Ucan, Ali Akyan e Mustafa Kutu hanno
deciso che il Sig. Sulhattin Onen mentre trasportava i passeggeri attraverso la
città di Diyarbakir costringendo i passeggeri ad ascoltare quella cassetta
avrebbe svolto propaganda contro l’indivisibile unità dello stato. Il Tribunale
per la Sicurezza dello Stato ha condannato secondo l’art. 8/1 della Legge contro
il terrorismo ad un anno di prigione e un pena pecuniaria di 800milioni di lire
turche. Successivamente la pena è stata ridotta a dieci mesi e poi sospesa perché “ha avuto una bella
lezione”.
Il Presidente
turco approva le riforme UE. ______________________________ FlashBuletin, 8
aprile 2002
Il Presidente della Repubblica turca, Ahmet
Necet Sezer ha approvato lunedì un pacchetto di riforme sulel libertà civili
intenzionate a rafforzare la battaglia per l’adesione all’UE. Gli emandamenti
aprono la via alla minoranza kurda per pobblicare materiale nella lingua madre,
imporre criteri più forti per la messa al bando dei aprtiti politici, distendere
le condizioni per l’istituzione di organizzazioni della società civile e
facilitare l’organizzazione di amnifestazioni pubbliche. Il governo di Ankara ha
mancato di raggiungere un accordo su una normativa chiave per l’EU – l’abiolizione della pena di
morte per tutti i crimini – essendo così tanto reticenti a voler fare dei passi
per la legalizzazione delle trasmissioni e l’istruzione in kurdo. La Turchia che
si definisca per la fine dell’anno la data d’inizio dei colloqui di adesione, ma
le autorità europee sono attenti a non esprimersi troppo su questo
tema.
Il Consiglio per la sicurezza nazionale
della Turchia permette la trasmissione in kurdo, ma dice no all’istruzione in
kurdo. ________________________________________________________ FlashBuletin, 8
aprile 2002
Con l’ultima dichiarazione il Consiglio per
la sicurezza nazionale ha chiarito la sua posizione. È stato dichiarato che non
si ritiene contrario alla trasmissione in kurdo, ma che l’istruzione in kurdo
non può essere permessa. Nella dichiarazione si dice che “le trasmissioni in
kurdo non sono necessarie ma non siamo contrari.” Si è appreso ora che il
governo nelle prossime settimane prenderà uan decisione al riguardo. È un gran
passo avanti che si faccia riconoscimento ufficiale del kurdo come lingua e come
esistente. Si tratta di un passo positivo per la costruzione della repubblica su
una totale omogeneità in ogni
aspetto.
La
Turchia condannata per aver vietato un partito filo
kurdo.________________________ AFP,
9 aprile 2002
La Turchia è stata condannata dalla Corte Europea per i diritti umani per aver vietato un partito politico filo-kurdo, con l’accusa di attentato all’unità nazionale. Il Partito HEP era stato accusato in aprticolare di “cercar di dividere l’integrità della nazione turca in due, con i turchi da una parte e i kurdi dall’altra, con lo scopo di fondare degli stati separati” e di “cercare di distruggere l’integrità nazionale e territoriale” della Turchia. La Corte europea ha giudicato che la Turchia, decidendo per il dissolvimento di tale partito, aveva violato il diritto alla libertà di riunione e di associazione, garantito dall’articolo 11 della Convenzione Europea per i diritti dell’uomo. “Circa l’assenza di un invito o di una giustificazione dei ricorsi alla forza con fini politici, il suo dissolvimento non può essere ragionevolmente considerato comme rispondente a un bisogno sociale impellente” ha espresso la Corte.