La lettera è la stessa,
però ora riformattata in html,
per recuperare gli a-capo con cui l'avevo scritta
e che il computer mi aveva dissestato al momento
dell'invio,
rendendola forse un po' illeggibile.
Me ne scuso.
CIAO a tutte e tutti ed un grande
GRAZIE a chi ha messo tanto impegno
nei mesi passati per l'organizzazione di
DISARMIAMO EXA 2002.
Raramente mi capita di sentirmi orgoglioso di
essere bresciano
ma la grande manifestazione di sabato
è stata una di quelle rare volte!...
Ho provato gioia a camminare in mezzo a
Via Orzinuovi,
l'arteria aorta del commercio e dell'industria
bresciani,
fra migliaia e migliaia di compagne e compagni, di fratelli e
sorelle,
provenienti da tutta Italia e da parecchie altre parti del
mondo,
qui convenuti non per stipulare un contratto di forniture o
per
assicurarsi una commessa di produzione, non, insomma, per fare
affari...
ma per combattere insieme una lotta pacifica di grande spessore
ideale e morale,
tutti qui chiamati non dalle attrattive di profitti ma da un
sentimento di solidarietà
verso il "tam tam" suonato da un gruppetto di
irregolari e visionari dai nomi strani:
BSF, Mag 47, Lilliput, etc... i quali
finalmente hanno dato visibilità pubblica,
a livello nazionale ed oltre, a
tutt'un'altra Brescia, che non è appunto
quella Brescia fatta di marmo e di
acciaio e che sa di spiedo e di polenta,
con la doppietta sotto braccio e gli
scheletri di Salò nell'armadio, e neppure
quella Brescia fatta di merda e di
spumante, col sigaro sempre in bocca,
la mercedes parcheggiata in terza fila
e la pistola nel cruscotto o nel cassetto,
quella Brescia, insomma, che va a
specchiarsi nelle vetrine di EXA,
quella Brescia di cui così spesso mi
vergogno di essere concittadino...
In quel grigio-azzurro freddo e uniforme,
in quel colore plumbeo e cementizio
che definisce l'identità storica di
Brescia (vedi -non a caso- il colore
dei pannelli di fondo e dell'arredo
espositivo del Museo della Città a Santa Giulia),
DISARMIAMO EXA 2002 ha
aperto uno squarcio di luce e di calore umano
da cui è penetrata finalmente
anche qui fra noi l'iride variopinta dell'Arcobaleno
della Pace, la più
bella, secondo me, fra le bandiere del popolo di Seattle,
di Genova, di
Assisi e di Puerto Alegre...
e di tutto ciò, la fortunata finestra di sole
che si è aperta sul corteo di sabato,
dentro una giornata di nuvole e
pioggia, è proprio una splendente metafora!!
E allora, adesso,
sotto ad organizzare DISARMIAMO EXA 2003!
Chiariamo i malintesi e ricuciamo
le sfrangiature che sembravano profilarsi
alla vigilia dell'edizione di
quest'anno, cerchiamo il più possibile di
sviluppare i punti di consonanza
con le componenti più aperte dei Sindacati
ed anche tramite di essi ampliamo
la sfida proponendoci di coinvolgere e
sempre più responsabilizzare quel non
piccolo numero di lavoratori onesti
(che siano artigiani, operai o impiegati)
che soprattutto in Val Trompia oggi
vivono della produzione e del commercio
delle armi ma che un domani,
gradualmente sciolti pregiudizi
d'incompatibilità e tradizionalismi beceri,
potrebbero vivere di altrettanto
floride ma meno mortifere produzioni e commerci.
Io ho un
sogno:
che DISARMIAMO EXA, con la prospettiva di una regolarità
annuale
corrispondente alla annuale regolarità della grande fiera
armiera,
d'ora in avanti diventi UN CLASSICO del pacifismo nazionale ed
internazionale,
come la Perugia-Assisi un appuntamento imperdibile
per
tutte le componenti della variegata costellazione della NON-VIOLENZA,
con
tutte le sfumature cromatiche che essa include,
dal verde degli
ambientalisti
al bianco dei cattolici critici
sino al rosso dei comunisti
de-stalinizzatisi,
e poi anche il nero degli anarchici (purchè non armati,
neanche di bastoni e di calci!)
e soprattutto i mille colori dei migranti e
dei popoli oppressi di tutto il mondo,
gli amici palestinesi, gli amici curdi
e gli altri meno noti ma non meno tristi...
Ed anche per rispondere
concretamente a quel passante "bresciano doc" che,
intervistato dalla Radio
sabato a lato della strada lungo cui sfilava il corteo,
così berciava:
**Che 'i vaghe a sfilà a
Gardù, en Vàl...
ardòm en quantch 'ei turna 'ntregh!...**,
perché non
tentare proprio una "Marcia della Pace BRESCIA-GARDONE V.T."?
Di certo
il paesaggio non è così ameno come quello umbro...
e poi i cacciatori
triumplini di sicuro non sarebbero accoglienti come fraticelli
francescani....
però...che ne dite? E' proprio una missione suicida?
Se
no, in alternativa o in aggiunta, una "Marcia della Pace
BRESCIA-GHEDI",
tra l'altro su di un percorso già in altre occasioni
collaudato,
giusto per ampliare il discorso
dalla Beretta alla S.E.I.,
dalle armi leggere alle bombe pesanti
e dai
roccoli per l'uccellagione alla base aereonautica,
dalla Valle all'Impero di
U.S.A. e N.A.T.O. che sulla supremazia aerea è fondato,
dai pallini da caccia
e dalle pallottole di piccolo e medio calibro alle testate nucleari,
ovvero
dal piombo al plutonio...
Troppa carne al fuoco?
Troppo lunga la mia
lettera?...
Forse.
Quello che di sicuro è molto lungo, lungo e
difficile, è il cammino ancora da fare
affinché UN MONDO SENZA ARMI,
da
solo possibile che è,
diventi anche
reale!!!