Invio la traduzione italiana del rapporto ECRI (Commissione Europea contro il e l’Intolleranza) 2002, per la parte relativa ai Rom,  già trasmesso nella versione in  inglese il 25 aprile. A breve inserirò nella sezione documenti di www.bresciasocialforum.org l'intero documento ECRI sul razzismo e l'intolleranza in Italia.

Credo valga la pena leggerlo.

Ciao

 



 

Situazione delle comunità Rom/Zingare

 

59.       Le cifre ufficiali indicano che ci sono attualmente in Italia circa 120.000 Rom/Zingari, di cui circa i due terzi hanno la cittadinanza italiana. Fonti non ufficiali tendono a dare stime leggermente più elevate della popolazione Rom/Zingara, ma con pari proporzioni di cittadini italiani e stranieri. Gli Zingari italiani sono generalmente dei Rom, presenti soprattutto nell’Italia del Sud, e dei Sinti, tradizionalmente presenti nel Nord. I Rom/Zingari che non hanno la nazionalità italiana comprendono delle persone nate al di fuori dell’Italia, provenienti in gran parte dalla regione dei Balcani o delle persone nate in Italia da genitori stranieri.

 

60.       Circa un terzo della popolazione Rom/Zingara in Italia, comprendente sia i cittadini italiani (prevalentemente Sinti) e i non italiani, vive attualmente in accampamenti autorizzati o meno, ai margini della società italiana. A parte la questione delle  condizioni di vita in tali accampamenti, di cui si tratterà qui appresso, l’ECRI si preoccupa per il fatto che tale situazione di segregazione effettiva dei Rom/Zingari in Italia sembra riflettere l’atteggiamento generale delle autorità italiane che tendono a considerare i Rom/Zingari come nomadi, desiderosi di  vivere in accampamenti. Tale rappresentazione dei Rom/Zingari in quanto nomadi sembra ugualmente strettamente collegata alla percezione generale che si ha in Italia dei membri delle comunità Rom/Zingare, considerati come “stranieri” benché, in realtà solo una parte della popolazione Rom/Zingara vivente ancora negli accampamenti non abbia la cittadinanza italiana. Tale percezione viene avvalorata dal fatto che le questioni relative ai Rom/Zingari sono di competenza di uffici amministrativi per “nomadi”, oppure “per nomadi e stranieri”. L’ECRI è fermamente convinta che uno dei primi passi necessari che dovrebbero intraprendere le autorità italiane sia quello di affrontare tutte le questioni riguardanti i membri delle comunità Rom/Zingare, di nazionalità italiana o meno, abbandonando il presupposto che tutti i Rom/Zingari siano dei nomadi. L’ECRI ritiene che abbiano migliori possibilità di successo le politiche basate su un attento esame da parte delle autorità delle reali aspirazioni delle comunità interessate. Pertanto, l’ECRI esorta le autorità italiane ad istituire una stretta consultazione con i membri delle comunità interessate a tutti i livelli, centrale, regionale o locale, al momento dell’esame delle questioni riguardanti le comunità Rom/Zingare. D’altronde, sempre dal punto di vista di un’impostazione generale, l’ECRI ritiene che la politica dello Stato dovrebbe ugualmente rispecchiare più chiaramente il fatto che i Rom/Zingari e la loro cultura costituiscono una parte integrante della popolazione e della cultura italiane.

 

61.       Come indicato precedentemente, le condizioni di vita negli accampamenti delle famiglie Rom/Zingare sono estremamente disagiate, a causa dell’assenza di infrastrutture e di impianti di base, in particolar modo l’energia elettrica, il riscaldamento e l’illuminazione, la rete fognaria, nonché di attrezzature per lavare e lavarsi e per lo smaltimento dei rifiuti, il drenaggio dei siti e i servizi di urgenza. Benché si debba rilevare che la situazione è particolarmente preoccupante negli accampamenti non autorizzati, le condizioni di vita in molti accampamenti autorizzati non sono sensibilmente migliori. L’ECRI ritiene questa situazione profondamente preoccupante.e pensa che, a media e lunga scadenza, le autorità italiane dovrebbero attuare delle misure per far cessare la segregazione di cui sono vittime, nella pratica, le comunità Rom/Zingare d’Italia nel settore dell’alloggio, e in particolar modo rinunciare a relegare automaticamente i membri delle comunità Rom/Zingare in accampamenti per nomadi. Come indicato precedentemente, le iniziative intese a cambiare l’orientamento della politica dell’alloggio dovrebbero venir studiate ed applicate in stretta consultazione con i membri delle comunità interessate. Come provvedimento urgente a breve scadenza, l’ECRI esorta le autorità italiane a garantire che gli accampamenti in cui vivono i membri delle comunità Rom/Zingare soddisfino, almeno, le norme minime di abitabilità.

 

62.       Molti Rom/Zingari stranieri non godono di alcuno status legale in Italia e molti di coloro che risiedono legalmente in Italia dispongono unicamente di permessi di soggiorno validi per brevi periodi. Sembrerebbe che i Rom/Zingari abbiano usufruito relativamente meno di altri gruppi delle varie possibilità di regolarizzazione, in parte a causa della mancata conoscenza di tali possibilità e in parte anche perché molti di loro non disponevano dei documenti necessari validi del loro paese di origine. Le difficoltà incontrate da membri delle comunità Rom/Zingare per ottenere il rilascio di permessi di soggiorno incidono d’altra parte sulle loro possibilità di riuscire ad ottenere la cittadinanza italiana, per la quale è necessaria un’attestazione di effettiva residenza[1]. L’ECRI invita le autorità italiane ad esaminare con urgenza la questione dell’accesso dei Rom/Zingari al permesso di soggiorno e alla cittadinanza italiana.

 

63.       L’esclusione di fatto delle comunità Rom/Zingare dalla vita sociale e politica tradizionale italiana si riflette in quasi tutti i settori, ed in particolare l’istruzione, la sanità e l’occupazione. Nel campo dell’istruzione, l’ECRI prende atto di certe iniziative sostenute dalle autorità italiane con il duplice scopo di migliorare l’accesso dei bambini Rom/Zingari nelle scuole, per esempio mediante l’istituzione di mediatori culturali, e di adattare il contenuto della pubblica istruzione ad una realtà multiculturale. L’ECRI nota tuttavia che tali sforzi hanno dato risultati limitati, in particolare a causa dell’assenza di una politica nazionale globale integrata, volta a migliorare la situazione delle comunità Rom/Zingare in tutti i settori. L’ECRI sottolinea la difficoltà di garantire una scolarizzazione regolare e riuscita per i bambini Rom/Zingari, dal momento che le loro famiglie vivono in condizioni di estrema povertà, hanno problemi di disoccupazione, di sanità e devono lottare contro i pregiudizi e la discriminazione dell’intera società. Pertanto, mentre da un lato la frequentazione della scuola dell’obbligo da parte dei bambini Rom/Zingari è in aumento, sembra che solo una parte di tali bambini assista regolarmente alle lezioni. L’ECRI prende nota delle iniziative adottate dalle autorità italiane in questo campo. Nondimeno, le incoraggia vivamente ad intensificare i loro sforzi perché tutti i bambini Rom/Zingari possano usufruire pienamente della scuola dell’obbligo e ad adottare dei provvedimenti atti ad agevolare l’accesso di studenti Rom/Zingari all’insegnamento superiore.

 


64.       L’assenza di istruzione e di formazione incide negativamente sulle possibilità occupazionali dei membri delle comunità Rom/Zingare. Tali possibilità sono ulteriormente diminuite dai pregiudizi e dalla discriminazione che sono ampiamente diffusi presso i datori di lavoro potenziali, come pure da altri fattori handicappanti, quali il fatto che i Rom/Zingari vivano spesso in accampamenti. L’ECRI ritiene che l’occupazione debba essere un altro settore prioritario per gli interventi governativi al fine di migliorare la situazione di questo gruppo svantaggiato. Pur osservando che esistono in Italia delle possibilità di formazione a livello regionale sia per i cittadini Italiani, che per gli stranieri, l’ECRI constata che i membri delle comunità Rom/Zingare hanno generalmente delle difficoltà ad accedere a tali possibilità. L’ECRI esorta le autorità italiane ad adottare delle iniziative intese ad agevolare l’accesso dei Rom/Zingari al mercato del lavoro, tra cui delle iniziative per garantire ai Rom/Zingari un accesso effettivo alle possibilità di formazione e ad altre possibilità disponibili generalmente, comprese quelle di finanziamento esistenti a livello nazionale ed internazionale.  Le autorità italiane potrebbero ugualmente prendere in esame lo stanziamento di fondi speciali per finanziare dei progetti nel campo occupazionale destinati ai Rom/Zingari. 

 

65.       La situazione sanitaria dei membri delle comunità Rom/Zingare è ugualmente una dimostrazione delle loro condizioni generalmente svantaggiate. Tale svantaggio è dovuto a parecchi fattori, tra cui la povertà e le condizioni di vita insalubri, ma rispecchia ugualmente l’incapacità del sistema sanitario di soddisfare le necessità specifiche di tali comunità ed, in alcuni casi, i pregiudizi degli operatori incaricati di fornire tali servizi.  Il tasso di mortalità infantile in queste comunità è notevolmente più elevato, come pure quello di certe patologie negli adulti. L’ECRI esorta le autorità italiane ad intraprendere con urgenza delle iniziative volte ad agevolare l’accesso effettivo dei  Rom/Zingari alle cure mediche.

 

66.       L’ECRI si dichiara inoltre seriamente preoccupata per il comportamento di certi rappresentanti delle forze dell’ordine nei confronti dei membri delle comunità Rom/Zingare viventi in Italia. Sono stati riferiti numerosi casi di espulsioni di famiglie Rom/Zingare da accampamenti non autorizzati, effettuate generalmente di  notte o all’alba, nel corso delle quali i rappresentanti delle forze dell’ordine si sono comportati in modo violento ed abusivo. Si riferiscono casi di utilizzazione abusiva di armi da fuoco, di maltrattamenti, o trattamenti umilianti, di distruzione arbitraria di beni e di confisca o distruzione di documenti.  Inoltre, viene segnalato da più fonti che i Rom/Zingari sarebbero sottoposti a controlli sproporzionatamente frequenti. In certi casi in cui i Rom/Zingari sono stati vittime di attacchi razzisti, si segnala che la reazione delle forze dell’ordine è stata inadeguata. L’ECRI si dichiara profondamente preoccupata da tali informazioni. Conformemente alle osservazioni formulate in altre parti di questo rapporto[2], l’ECRI esorta le autorità italiane ad indagare in modo approfondito su tutti i casi presunti di comportamento scorretto da parte della polizia e a deferire all’autorità giudiziaria gli agenti ritenuti responsabili. Al riguardo, l’ECRI sottolinea l’importanza di disporre di mezzi affidabili ed adeguatamente conosciuti dal pubblico, che consentano di segnalare dei comportamenti abusivi della polizia nei confronti delle comunità Rom/Zingare.  In maniera più generale, l’ECRI esorta le autorità italiane a garantire un’attuazione più efficace delle disposizioni penali in vigore contro gli atti razzisti. L’ECRI si dichiara ugualmente preoccupata da rapporti di espulsioni collettive di Rom/Zingari dall’Italia ed invita vivamente le autorità ad indagare su tali informazioni.

 

67.       L’ECRI prende d’altra parte nota con inquietudine di segnalazioni secondo le quali i Rom/Zingari non sarebbero trattati dalle autorità giudiziarie italiane in condizioni di parità con altre persone, e in particolare che verrebbe preso nei loro confronti nel complesso un numero maggiore di provvedimenti di carcerazione preventiva e che verrebbero inflitte delle pene più severe a membri delle comunità Rom/Zingare. Si segnala inoltre che non sono rari i casi di affido di bambini Rom/Zingari all’assistenza pubblica e che in circostanze simili, tale provvedimento viene preso più rapidamente per i bambini Rom/Zingari piuttosto che per altri bambini. Come suggerito precedentemente[3], l’ECRI esorta le autorità italiane ad effettuare delle indagini approfondite su tali questioni e ad adottare tutti i provvedimenti correttivi necessari, segnatamente mediante azioni di sensibilizzazione e di formazione dei giudici.

 

68.       Più generalmente, l’ECRI si dichiara convinta dell’urgenza di mettere in atto una politica globale per affrontare la situazione della popolazione Rom/Zingara, che tenga conto in modo integrato di tutti i settori della vita, e specialmente di quelli sottolineati qui sopra. Tale politica, coordinata a livello centrale, dovrebbe consentire di combinare delle iniziative nazionali con specificità locali. Come indicato precedentemente, l’ECRI ritiene che la partecipazione delle comunità Rom/Zingare nelle varie fasi dell’elaborazione, dell’attuazione e della valutazione di tale politica sia essenziale per la sua riuscita. Conformemente alla sua raccomandazione di politica generale N° 3 su «La lotta al razzismo e all’intolleranza nei confronti dei Rom/Zingari», l’ECRI incoraggia pertanto le autorità italiane a sviluppare dei mezzi istituzionali per favorire un ruolo attivo e la partecipazione delle comunità Rom/Zingare al processo decisionale, attraverso meccanismi consultivi nazionali, regionali e locali e a dare la priorità al concetto di partnership realizzata in condizioni di parità. In modo più generale, viene richiamata l’attenzione delle autorità italiane su tutti i suggerimenti contenuti nella raccomandazione di politica generale N° 3 dell’ECRI, che propone ai governi una serie di misure legislative e politiche.

 

69.       A più breve scadenza, tra i provvedimenti che potrebbero adottare le autorità italiane, l’ECRI pensa che dovrebbe figurare l’estensione alla comunità Rom/Zingara della legislazione finalizzata a tutelare e a promuovere le lingue e le culture minoritarie, come suggerito precedentemente[4]. Inoltre, l’ECRI ritiene che una vasta campagna di sensibilizzazione sulla situazione reale delle comunità Rom/Zingare in Italia e sui problemi che incontrano potrebbe dare buoni risultati per contribuire a lottare contro i pregiudizi nei loro confronti cosi’ fortemente radicati nell’opinione pubblica.

 

70.       L’ECRI nota con rammarico come tali pregiudizi sociali ampiamente diffusi contro I Rom/Zingari vengano sfruttati e avvalorati da dichiarazioni provocatorie 

SEZIONE II: QUESTIONI PARTICOLARMENTE PREOCCUPANTI 

 

In questa sezione dei rapporti paese per paese, l’ECRI intende richiamare l’attenzione su un numero limitato di questioni che, a suo avviso, richiedono un’attenzione speciale ed urgente da parte del paese in questione. Nel caso dell’Italia, l’ECRI richiama l’attenzione sulla situazione delle comunità Rom/Zingare e sullo sfruttamento del razzismo e della xenofobia a dei fini politici.

 

 

P.         Situazione delle comunità Rom/Zingare

 

59.       Le cifre ufficiali indicano che ci sono attualmente in Italia circa 120.000 Rom/Zingari, di cui circa i due terzi hanno la cittadinanza italiana. Fonti non ufficiali tendono a dare stime leggermente più elevate della popolazione Rom/Zingara, ma con pari proporzioni di cittadini italiani e stranieri. Gli Zingari italiani sono generalmente dei Rom, presenti soprattutto nell’Italia del Sud, e dei Sinti, tradizionalmente presenti nel Nord. I Rom/Zingari che non hanno la nazionalità italiana comprendono delle persone nate al di fuori dell’Italia, provenienti in gran parte dalla regione dei Balcani o delle persone nate in Italia da genitori stranieri.

 

60.       Circa un terzo della popolazione Rom/Zingara in Italia, comprendente sia i cittadini italiani (prevalentemente Sinti) e i non italiani, vive attualmente in accampamenti autorizzati o meno, ai margini della società italiana. A parte la questione delle  condizioni di vita in tali accampamenti, di cui si tratterà qui appresso, l’ECRI si preoccupa per il fatto che tale situazione di segregazione effettiva dei Rom/Zingari in Italia sembra riflettere l’atteggiamento generale delle autorità italiane che tendono a considerare i Rom/Zingari come nomadi, desiderosi di  vivere in accampamenti. Tale rappresentazione dei Rom/Zingari in quanto nomadi sembra ugualmente strettamente collegata alla percezione generale che si ha in Italia dei membri delle comunità Rom/Zingare, considerati come “stranieri” benché, in realtà solo una parte della popolazione Rom/Zingara vivente ancora negli accampamenti non abbia la cittadinanza italiana. Tale percezione viene avvalorata dal fatto che le questioni relative ai Rom/Zingari sono di competenza di uffici amministrativi per “nomadi”, oppure “per nomadi e stranieri”. L’ECRI è fermamente convinta che uno dei primi passi necessari che dovrebbero intraprendere le autorità italiane sia quello di affrontare tutte le questioni riguardanti i membri delle comunità Rom/Zingare, di nazionalità italiana o meno, abbandonando il presupposto che tutti i Rom/Zingari siano dei nomadi. L’ECRI ritiene che abbiano migliori possibilità di successo le politiche basate su un attento esame da parte delle autorità delle reali aspirazioni delle comunità interessate. Pertanto, l’ECRI esorta le autorità italiane ad istituire una stretta consultazione con i membri delle comunità interessate a tutti i livelli, centrale, regionale o locale, al momento dell’esame delle questioni riguardanti le comunità Rom/Zingare. D’altronde, sempre dal punto di vista di un’impostazione generale, l’ECRI ritiene che la politica dello Stato dovrebbe ugualmente rispecchiare più chiaramente il fatto che i Rom/Zingari e la loro cultura costituiscono una parte integrante della popolazione e della cultura italiane.

 

61.       Come indicato precedentemente, le condizioni di vita negli accampamenti delle famiglie Rom/Zingare sono estremamente disagiate, a causa dell’assenza di infrastrutture e di impianti di base, in particolar modo l’energia elettrica, il riscaldamento e l’illuminazione, la rete fognaria, nonché di attrezzature per lavare e lavarsi e per lo smaltimento dei rifiuti, il drenaggio dei siti e i servizi di urgenza. Benché si debba rilevare che la situazione è particolarmente preoccupante negli accampamenti non autorizzati, le condizioni di vita in molti accampamenti autorizzati non sono sensibilmente migliori. L’ECRI ritiene questa situazione profondamente preoccupante.e pensa che, a media e lunga scadenza, le autorità italiane dovrebbero attuare delle misure per far cessare la segregazione di cui sono vittime, nella pratica, le comunità Rom/Zingare d’Italia nel settore dell’alloggio, e in particolar modo rinunciare a relegare automaticamente i membri delle comunità Rom/Zingare in accampamenti per nomadi. Come indicato precedentemente, le iniziative intese a cambiare l’orientamento della politica dell’alloggio dovrebbero venir studiate ed applicate in stretta consultazione con i membri delle comunità interessate. Come provvedimento urgente a breve scadenza, l’ECRI esorta le autorità italiane a garantire che gli accampamenti in cui vivono i membri delle comunità Rom/Zingare soddisfino, almeno, le norme minime di abitabilità.

 

62.       Molti Rom/Zingari stranieri non godono di alcuno status legale in Italia e molti di coloro che risiedono legalmente in Italia dispongono unicamente di permessi di soggiorno validi per brevi periodi. Sembrerebbe che i Rom/Zingari abbiano usufruito relativamente meno di altri gruppi delle varie possibilità di regolarizzazione, in parte a causa della mancata conoscenza di tali possibilità e in parte anche perché molti di loro non disponevano dei documenti necessari validi del loro paese di origine. Le difficoltà incontrate da membri delle comunità Rom/Zingare per ottenere il rilascio di permessi di soggiorno incidono d’altra parte sulle loro possibilità di riuscire ad ottenere la cittadinanza italiana, per la quale è necessaria un’attestazione di effettiva residenza[1]. L’ECRI invita le autorità italiane ad esaminare con urgenza la questione dell’accesso dei Rom/Zingari al permesso di soggiorno e alla cittadinanza italiana.

 

63.       L’esclusione di fatto delle comunità Rom/Zingare dalla vita sociale e politica tradizionale italiana si riflette in quasi tutti i settori, ed in particolare l’istruzione, la sanità e l’occupazione. Nel campo dell’istruzione, l’ECRI prende atto di certe iniziative sostenute dalle autorità italiane con il duplice scopo di migliorare l’accesso dei bambini Rom/Zingari nelle scuole, per esempio mediante l’istituzione di mediatori culturali, e di adattare il contenuto della pubblica istruzione ad una realtà multiculturale. L’ECRI nota tuttavia che tali sforzi hanno dato risultati limitati, in particolare a causa dell’assenza di una politica nazionale globale integrata, volta a migliorare la situazione delle comunità Rom/Zingare in tutti i settori. L’ECRI sottolinea la difficoltà di garantire una scolarizzazione regolare e riuscita per i bambini Rom/Zingari, dal momento che le loro famiglie vivono in condizioni di estrema povertà, hanno problemi di disoccupazione, di sanità e devono lottare contro i pregiudizi e la discriminazione dell’intera società. Pertanto, mentre da un lato la frequentazione della scuola dell’obbligo da parte dei bambini Rom/Zingari è in aumento, sembra che solo una parte di tali bambini assista regolarmente alle lezioni. L’ECRI prende nota delle iniziative adottate dalle autorità italiane in questo campo. Nondimeno, le incoraggia vivamente ad intensificare i loro sforzi perché tutti i bambini Rom/Zingari possano usufruire pienamente della scuola dell’obbligo e ad adottare dei provvedimenti atti ad agevolare l’accesso di studenti Rom/Zingari all’insegnamento superiore.

 


 

64.       L’assenza di istruzione e di formazione incide negativamente sulle possibilità occupazionali dei membri delle comunità Rom/Zingare. Tali possibilità sono ulteriormente diminuite dai pregiudizi e dalla discriminazione che sono ampiamente diffusi presso i datori di lavoro potenziali, come pure da altri fattori handicappanti, quali il fatto che i Rom/Zingari vivano spesso in accampamenti. L’ECRI ritiene che l’occupazione debba essere un altro settore prioritario per gli interventi governativi al fine di migliorare la situazione di questo gruppo svantaggiato. Pur osservando che esistono in Italia delle possibilità di formazione a livello regionale sia per i cittadini Italiani, che per gli stranieri, l’ECRI constata che i membri delle comunità Rom/Zingare hanno generalmente delle difficoltà ad accedere a tali possibilità. L’ECRI esorta le autorità italiane ad adottare delle iniziative intese ad agevolare l’accesso dei Rom/Zingari al mercato del lavoro, tra cui delle iniziative per garantire ai Rom/Zingari un accesso effettivo alle possibilità di formazione e ad altre possibilità disponibili generalmente, comprese quelle di finanziamento esistenti a livello nazionale ed internazionale.  Le autorità italiane potrebbero ugualmente prendere in esame lo stanziamento di fondi speciali per finanziare dei progetti nel campo occupazionale destinati ai Rom/Zingari. 

 

65.       La situazione sanitaria dei membri delle comunità Rom/Zingare è ugualmente una dimostrazione delle loro condizioni generalmente svantaggiate. Tale svantaggio è dovuto a parecchi fattori, tra cui la povertà e le condizioni di vita insalubri, ma rispecchia ugualmente l’incapacità del sistema sanitario di soddisfare le necessità specifiche di tali comunità ed, in alcuni casi, i pregiudizi degli operatori incaricati di fornire tali servizi.  Il tasso di mortalità infantile in queste comunità è notevolmente più elevato, come pure quello di certe patologie negli adulti. L’ECRI esorta le autorità italiane ad intraprendere con urgenza delle iniziative volte ad agevolare l’accesso effettivo dei  Rom/Zingari alle cure mediche.

 

66.       L’ECRI si dichiara inoltre seriamente preoccupata per il comportamento di certi rappresentanti delle forze dell’ordine nei confronti dei membri delle comunità Rom/Zingare viventi in Italia. Sono stati riferiti numerosi casi di espulsioni di famiglie Rom/Zingare da accampamenti non autorizzati, effettuate generalmente di  notte o all’alba, nel corso delle quali i rappresentanti delle forze dell’ordine si sono comportati in modo violento ed abusivo. Si riferiscono casi di utilizzazione abusiva di armi da fuoco, di maltrattamenti, o trattamenti umilianti, di distruzione arbitraria di beni e di confisca o distruzione di documenti.  Inoltre, viene segnalato da più fonti che i Rom/Zingari sarebbero sottoposti a controlli sproporzionatamente frequenti. In certi casi in cui i Rom/Zingari sono stati vittime di attacchi razzisti, si segnala che la reazione delle forze dell’ordine è stata inadeguata. L’ECRI si dichiara profondamente preoccupata da tali informazioni. Conformemente alle osservazioni formulate in altre parti di questo rapporto[2], l’ECRI esorta le autorità italiane ad indagare in modo approfondito su tutti i casi presunti di comportamento scorretto da parte della polizia e a deferire all’autorità giudiziaria gli agenti ritenuti responsabili. Al riguardo, l’ECRI sottolinea l’importanza di disporre di mezzi affidabili ed adeguatamente conosciuti dal pubblico, che consentano di segnalare dei comportamenti abusivi della polizia nei confronti delle comunità Rom/Zingare.  In maniera più generale, l’ECRI esorta le autorità italiane a garantire un’attuazione più efficace delle disposizioni penali in vigore contro gli atti razzisti. L’ECRI si dichiara ugualmente preoccupata da rapporti di espulsioni collettive di Rom/Zingari dall’Italia ed invita vivamente le autorità ad indagare su tali informazioni.

 

67.       L’ECRI prende d’altra parte nota con inquietudine di segnalazioni secondo le quali i Rom/Zingari non sarebbero trattati dalle autorità giudiziarie italiane in condizioni di parità con altre persone, e in particolare che verrebbe preso nei loro confronti nel complesso un numero maggiore di provvedimenti di carcerazione preventiva e che verrebbero inflitte delle pene più severe a membri delle comunità Rom/Zingare. Si segnala inoltre che non sono rari i casi di affido di bambini Rom/Zingari all’assistenza pubblica e che in circostanze simili, tale provvedimento viene preso più rapidamente per i bambini Rom/Zingari piuttosto che per altri bambini. Come suggerito precedentemente[3], l’ECRI esorta le autorità italiane ad effettuare delle indagini approfondite su tali questioni e ad adottare tutti i provvedimenti correttivi necessari, segnatamente mediante azioni di sensibilizzazione e di formazione dei giudici.

 

68.       Più generalmente, l’ECRI si dichiara convinta dell’urgenza di mettere in atto una politica globale per affrontare la situazione della popolazione Rom/Zingara, che tenga conto in modo integrato di tutti i settori della vita, e specialmente di quelli sottolineati qui sopra. Tale politica, coordinata a livello centrale, dovrebbe consentire di combinare delle iniziative nazionali con specificità locali. Come indicato precedentemente, l’ECRI ritiene che la partecipazione delle comunità Rom/Zingare nelle varie fasi dell’elaborazione, dell’attuazione e della valutazione di tale politica sia essenziale per la sua riuscita. Conformemente alla sua raccomandazione di politica generale N° 3 su «La lotta al razzismo e all’intolleranza nei confronti dei Rom/Zingari», l’ECRI incoraggia pertanto le autorità italiane a sviluppare dei mezzi istituzionali per favorire un ruolo attivo e la partecipazione delle comunità Rom/Zingare al processo decisionale, attraverso meccanismi consultivi nazionali, regionali e locali e a dare la priorità al concetto di partnership realizzata in condizioni di parità. In modo più generale, viene richiamata l’attenzione delle autorità italiane su tutti i suggerimenti contenuti nella raccomandazione di politica generale N° 3 dell’ECRI, che propone ai governi una serie di misure legislative e politiche.

 

69.       A più breve scadenza, tra i provvedimenti che potrebbero adottare le autorità italiane, l’ECRI pensa che dovrebbe figurare l’estensione alla comunità Rom/Zingara della legislazione finalizzata a tutelare e a promuovere le lingue e le culture minoritarie, come suggerito precedentemente[4]. Inoltre, l’ECRI ritiene che una vasta campagna di sensibilizzazione sulla situazione reale delle comunità Rom/Zingare in Italia e sui problemi che incontrano potrebbe dare buoni risultati per contribuire a lottare contro i pregiudizi nei loro confronti cosi’ fortemente radicati nell’opinione pubblica.

 

70.       L’ECRI nota con rammarico come tali pregiudizi sociali ampiamente diffusi contro I Rom/Zingari vengano sfruttati e avvalorati da dichiarazioni provocatorie rilasciate da certi responsabili politici nei loro confronti. L’ECRI affronta questa questione in maniera più approfondita nella seguente sezione.  [vedasi documento integrale]

 



[1]               Si veda qui sopra. Disposizioni costituzionali ed altre disposizioni fondamentali – Legislazione sulla cittadinanza

[2]               Si veda Disposizioni in materia di diritto penale e Comportamento delle forze dell’ordine

[3]               Amministrazione della giustizia

[4]               Disposizioni costituzionali ed altre disposizioni fondamentali

rilasciate da certi responsabili politici nei loro confronti.

 


[1]               Disposizioni costituzionali ed altre disposizioni fondamentali – Legislazione sulla cittadinanza

[2]               Si veda Disposizioni in materia di diritto penale e Comportamento delle forze dell’ordine

[3]               Amministrazione della giustizia

[4]               Disposizioni costituzionali ed altre disposizioni fondamentali



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